domenica 28 dicembre 2014

SI VA IN NEPAL !!!!!!!!!!

Ci lasciamo alle spalle la mistica Varanasi puntando verso il Nepal ma prima facciamo tappa a Bodhgaya città importantissima dal punto di vista spirituale, è per i buddisti come la Mecca per i musulmani, è qui che il principe Siddhartha 2600 anni fa sotto un albero di pippal raggiunse l'illuminazione e diventò il Buddha. Il sito è veramente magico con il suo bel tempio immerso in un parco dove quiete e preghiera sono presenti ovunque, qui arrivano fedeli buddisti da tutto il mondo per pregare e meditare, noi siamo rimasti molto colpiti dalla pace e dalla tranquillità che il luogo infonde, tutto è pulito e ordinato i monaci seduti sotto l'albero di fico pregano in continuazione, molti di loro girano in senso orario intorno al tempio che di notte viene illuminato creando ancora più pathos sui fedeli.
BODHGAIA




Qui per la prima volta abbiamo provato a fare un'ora di meditazione con un monaco seduti sotto il famoso albero, il monaco ci dice di tenere le mani una sopra l'altra e gli occhi chiusi, io subito istintivamente metto al sicuro i documenti e i soldi tengo gli occhi socchiusi perché non mi fido di nessuno e seguendo le sue indicazioni ripetiamo tutte le parole che lui dice , tutto questo per 20 minuti circa poi ci da in mano tre pezzettini di corteccia del magico albero e ci dice di inspirare ed espirare velocemente mentre lui ci soffia sulla testa dicendoci che il Buddha è dentro di noi, la Manu teme che ad ogni istante io mandi a fare in culo il monaco perché lei mi conosce bene ma io resisto altri 20 minuti poi con educazione e con il sorriso dico in perfetto dialetto veneziano al monaco; scolta vecio, tiente i steccheti dell'albero perché mi me so rotto i coioni che uno me suffia sua testa mentre beve un succo e saluta gli amici monaci, grazie de tutto mi stago benissimo e no gò bisogno de meditar, ciao. Sparsi in tutta la cittadina si trovano templi e monasteri buddisti di diversi stili architettonici, particolarmente impressionante il tempio thailandese, nepalese e tibetano. Poco chilometri prima  del confine con una deviazione raggiungiamo Kuschinagar luogo della sepoltura del Buddha visitando il mausoleo e lo stupa dove si ritiene sia stato cremato.


Raggiungiamo il confine a Sunauli una polverosa e super incasinata cittadina di frontiera il 28 settembre 2014, io ero molto in apprensione perché anche se in possesso di tutti i documenti della moto quando si arriva in un confine non si sa mai quello che può succedere, ma dopo aver fatto il visto nepalese per tre mesi pagando 100$ a testa in un piccolo ufficio con militari molto disponibili e sorridenti nessuno ci ha più chiesto più niente e in men che non si dica ci siamo trovati a correre sulle strade nepalesi con la nostra mitica Royal Enfield 350 bullet felici e contenti come dei bambini.
SPERIAMO DI POTER PASSARE

Prima tappa solo dopo pochi km a Lumbini luogo di nascita del Buddha dove soggiorniamo due giorni visitando templi e monasteri costruiti da molti paesi stranieri di fede buddista ognuno con stili e dimensioni diversi ma tutti belli ed affascinanti, il sito è molto vasto e molti fedeli lo visitano in bicicletta ma noi chiaramente lo abbiamo fatto in moto a velocità ridottissima senza casco (anche se i poliziotti non erano d'accordo).




Dopo tanti templi ora puntiamo a Pokhara percorrendo la bellissima Siddhartha highway che in poche ore ci permette di arrivare nella bella città situata sulle sponde di un lago smeraldino e circondata dalla alte vette Himalayane. Pokhara ci piace da subito perchè paragonata con le città indiane ci sembra un piccolo paradiso di pace e di silenzio alloggiamo in una Guesthouse tanto spartana quanto accogliente dove facciamo amicizia con ragazzi provenienti da tutto le parti del pianeta. Dopo qualche giorno di relax cominciamo ad allenarci in vista del trekking denominato Annaphurna circuit correndo tutte le mattine sul lungo lago facendo ginnastica e salendo più volte a Sarangkot che si trova circa 800 metri più in alto, le centinaia di gradini mettono a dura prova gambe e polmoni ma dopo la seconda ascesa cominciamo a soffrire meno e la Manu non perde più terreno tallonandomi sempre da vicino e invitandomi ad aumentare la velocità.
POKHARA E IL SUO BEL LAGO




ANCHE IN BICI PER ALLENARSI
Stiamo proprio bene, curiamo anche l'alimentazione e prendiamo nota di tutte le info utili per affrontare il trekking in sicurezza. Purtroppo quando tutto era deciso succede l'impensabile, in piena estate nepalese sul percorso del trekking che noi avevamo intenzione di fare si scatena una bufera di neve mai vista prima in questa stagione, metri di neve in 36 ore sul passo Thorung La, quota 5416 msl, purtroppo  più valanghe  travolgono  guide e turisti che in maniera a dir poco sconsiderata avevano proseguito il trekking nonostante le condizioni fossero pessime provocando più di cento morti e moltissimi dispersi. A questo punto dovevamo prendere una decisione, ma le notizie che arrivavano da lassù erano frammentarie e contraddittorie, un gruppo di nostri amici portoghesi che erano arrivati in Nepal in bicicletta e che si trovavano proprio in quella zona nei giorni del disastro, dopo il loro rientro forzato ci raccontavano di una nevicata impressionante e mai vista prima, costretti a tornare indietro delusi ma vivi ed incolumi al loro rientro abbiamo festeggiato preparando una mega pastasciutta per 16 persone, birra a fiumi e molto altro.
NATALINA E GLI AMICI PORTOGHESI
La Manu era preoccupatissima e voleva rinunciare ma io non ero della sua stessa opinione, avevamo deciso di andare e si doveva andare, poi una volta arrivati sul posto dopo una settimana di cammino se le condizioni lo avrebbero permesso avremo fatto il passo altrimenti saremo tornati indietro ma comunque io volevo vedere di persona se veramente si poteva fare. Ok deciso si parte !!!!!! Noi non avevamo la guida e tanto meno il portatore, solo una cartina e la bussola due zaini da 25 litri e molta voglia di avventura. Il nostro equipaggiamento era così composto: un paio di pantaloni estivi, un pile, una giacca in goretex, due paia di calzini ,un paio di stivali (da acqua alta) la Manu aveva solo le scarpe estive comperate alle Filippine (più un rotolo di alluminio) per riparare i piedi in caso di neve, io invece scarpe da trekking nuove, bastoncini in bambù auto costruiti, fornello a gas, dodici uova sode, 1 kg di miele, frutta secca varia, minestre cinesi, mezzo kg di formaggio, bustine di tè e poco altro. Lascio la mia amata moto ben protetta a Pokhara e dopo poche di ore di autobus scendiamo a Besis Sahar da qui subito a piedi. La prima tappa prevede l'arrivo a Bhulbulle che raggiungiamo dopo tre ore di cammino su una strada polverosa e trafficata ma il morale è altissimo perciò ci sentiamo già camminatori provetti. Bhulbulle è carina e la stanza dove dormiamo è super spartana ma poco costosa solo 200 rupie(1 euro e 80 cent).
BHULBULLE E I SUOI COLORI
Decidiamo che partiremo sempre molto presto cioè alle 6.00 già in cammino e così il secondo giorno dopo 6/7 ore arriviamo a Ghermu, la strada per due ore è sempre trafficata ma poi comincia il sentiero vero e proprio, così camminiamo da soli in mezzo al verde, i villaggi sono carini e la gente ci saluta. Da qui in poi il paesaggio è bellissimo la vallata si restringe, attraversiamo molti ponti sospesi sempre con un po' di apprensione, il sentiero sale ripido con gradinate interminabili per poi scendere vicino al torrente dove altissime cascate alte anche più di 100 metri riversano con un gran frastuono acque limpide e pure.
LA MIA GUIDA PERSONALE

VECCHI MESTIERI



Camminiamo in media 6/7 ore al giorno coprendo distanze che vanno dai 15 km e qualche volta anche di più ma l'allenamento fatto a Pokkara non ci fa sentire la fatica, giorno dopo giorno il peso del cibo diminuisce ma le spalle sono sempre indolenzite. Dopo una tappa ad un posto di controllo dei permessi che bisogna fare obbligatoriamente prima di partire e che costano circa 20 euro a testa incontriamo Andrea e Lorenzo due baldi giovani siciliani al loro primo viaggio fuori dall'Europa, scatta subito magicamente una bella amicizia, ci incontriamo tutti i giorni sul sentiero, loro vanno più veloci di noi, ma alla fine della giornata ci ritroviamo a dormire nelle stesse Guesthouse, sono proprio due bravi ragazzi e molti li scambiano per nostri figli, stiamo bene con loro sono sempre allegri e gioiosi, sembriamo una bella famiglia e per questo ci prendiamo un po' in giro.

STANCHI MA SEMPRE ALLEGRI

Non voglio annoiarvi con un resoconto giornaliero del trekking, ma vi dico che giorno dopo giorno il paesaggio salendo di quota cambia  in continuazione offrendoci panorami diversi, differenti tipi di coltivazioni e di stili di vita dei locali che sono sempre affettuosi e gentili tranne quelli che gestiscono le Guesthouse i quali sfruttano in maniera quasi mafiosa il fatto che tu devi dormire da loro perciò i prezzi sono a volte dieci volte superiori del normale arrivando a farti pagare 1 euro una tazza di acqua calda e 10 euro un litro di tè , insomma uno strozzinaggio esagerato che a me dava molto fastidio, anche perché non ti davano neanche il buon giorno se non facevi la colazione da loro e se non mangiavi, il prezzo della camera passava da 200 rupie a mille rupie, comunque a parte questo problema tutto il resto è fantastico. Per evitare possibili problemi causati dal mal di altitudine che non sono certamente da sottovalutare visto che in media due persone all'anno ne perdono la vita,  percorriamo il sentiero più in quota per arrivare a Manang dove passeremo  due notti.

IL PANORAMA DA MANANG



 Cammina e cammina arriviamo dopo una settimana al campo base di Thourong Phedi a quota 4400 circa km slm,
 già qui l'ossigeno è poco e solo fare qualche gradino è una fatica assurda perciò al pensiero di affrontare  il giorno dopo la tappa più dura del trekking, quella che ci porterà al passo Thorung La 5416 msl ci fa venire i brividi e non solo per la temperatura che è già molto  bassa(di notte ghiaccia). Lorenzo e Andrea arrivano al campo base distrutti perché loro avevano fatto una deviazione il giorno prima per visitare un lago ma il sentiero e le condizioni atmosferiche avevano ridotto al lumicino le loro energie sopratutto quelle di Lorenzo che continuava a ripetere, chi cazzo me lo ha fatto fare !!!!!!
RIDI ,RIDI , VEDRAI DOMANI !!!!!

SULLA DESTRA I NOSTRI ALLOGGI AL CAMPO BASE

SEMPLICEMENTE INCANTEVOLE
Su consiglio della guida che accompagnava i nostri amici siciliani si decide di partire alle 4. 30 del mattino con ancora due ore di buio per cominciare a salire di mille metri di dislivello e raggiungere il passo in massimo 4 ore visto che secondo le guide esperte dopo le 9.30 circa del mattino il forte vento avrebbe ostacolato la lunghissima e pericola discesa a valle scendendo di quasi 2000 metri. Alla sera io e la Manu in effetti eravamo un po' preoccupati ma non ce lo dicevamo, cercavamo di darci carica a vicenda perciò quando siamo usciti dalla camera alle 4.30 esatte nel buio più assoluto impattando con un freddo pungente ci siamo detti, che problemi ci sono? Non ci ferma nessuno !!! Durissima da subito, la grande salita ci regalava anche due ore di terreno con neve alta e dura che sicuramente aumentava lo sforzo e la tensione visto che in certi tratti lo strapiombo al nostro fianco faceva davvero paura, lo sforzo per muovere le gambe era pesante e io ammetto che per in certi tratti pensavo di non farcela, non avevo ossigeno per far muovere i mie cazzo di muscoli delle gambe, una sensazione non bella ma da provare, perché no? La Manu invece ne aveva di più e se anche con fatica soffriva un po' meno della mancanza di ossigeno, in fin dei conti lei è sempre la super Manu anche se non mi servono queste prove per saperlo ma vederla sempre con il suo sorriso quando io imprecavo in 7 lingue mi riempiva di gioia e anche un po' di invidia. Siamo sul Passo !!!!!!!    5416 METRI SUL LIVELLO DEL MARE !!!! Impossibile descrivere l'emozione e anche un po' di commozione non sarà la cosa più difficile del mondo da fare ma comunque noi eravamo li, ci godiamo i felici e sfuggenti minuti sul passo con Andrea e Lorenzo abbracci e pacche sulle spalle non si contano ora però ci aspetta la discesa che come dicono gli scalatori veri è sempre più difficile della salita, grande verità !!!!!!

CHE SODDISFAZIONE!!!!!!!

Ci aspettavano 5/6 ore di discesa con le prime tre di neve compatta e scivolosissima, e se le gambe in salita non andavano su, adesso si piegavano in due senza ricevere il tuo comando dal cervello, attraversiamo la zona dove solo poche settimane prima una valanga aveva travolto e ucciso decine di persone, le tracce della tragedia erano evidentissime, una sensazione di sgomento e di rabbia ci pervadeva tutti perché certe tragedie si possono e si devono evitare, perché non sono tornati indietro? Perché? Non c'erano record da raggiungere, perché? La colpa non è della montagna ma solo dell'uomo che a volte si sente il più forte di tutti. Quando poi vedi la valle sei felice ma non ci arrivi mai !!!!!! Alla fine, stremati e bisognosi solo di una doccia e di un letto dormiamo a Muktninath.
GIU', SEMPRE PIU' GIU'



Da  questa parte del passo il panorama cambia totalmente ricordandoci le brulle ma colorate montagne del Laddak, scendendo sempre di più i fianchi delle montagne sono da prima punteggiati di verde vegetazione fino a farci attraversare boschi di pini e di latifoglie che nei primi giorni si erano tinti di bellissimi colori autunnali, era come andare con le stagioni al contrario passando dall'autunno alla primavera nelle vallate basse del circuito dell' Annapurna, anche la frutta cambiava ogni 2/3 giorni, dalle buone mele dell'alta quota agli aranci e mandarini di Tatopani che abbiamo degustato colti direttamente dall'albero vicino a dove stavamo mangiando.


AUTUNNO

PRIMAVERA

Sempre più giù, ormai con Lorenzo e Andrea eravamo diventati inseparabili a lunghe camminate (a volte 10 ore)seguivano  serene serate a tavola bevendo birra e cercando di far parlare Andrea in inglese, lingua straniera della quale lui ignorava l'esistenza, con qualche ragazza devo dire però che in pochi giorni forse stimolato dall'astinenza di sesso i suoi progressi sono stati notevoli, di tutto questo ne sarà felice sua mamma che è una stimatissima professoressa di inglese !!!!!!!!Per fortuna che Lorenzo, padrone della lingua inglese, lo aiutava  in difficili traduzioni istantanee anche perché a volte capire un'australiano o uno scozzese non è cosa facile. Finalmente dopo giorni di cammino arriviamo a Tatopani  dove ci togliamo la stanchezza godendoci un bagno sulle sue acque termali raccolte in grandi vasche dove stare immersi in acqua calda sorseggiando una birra mentre il buio cala sulla stretta valle.
Un'altra tappa che non dimenticheremo è stata quella da Tatopani a Ghorepani le tante ore di cammino, le migliaia di scalini in pietra tutti assolutamente irregolari sempre in salita ci fiaccavano nelle forze e nel morale, non si arrivava mai e poi mai alla fine solo dopo 10 ore raggiungiamo la tanto agognata meta giusto il tempo di mangiare e poi a letto distrutti.
SCALINI MALEDETTI !!!!!!!
Per non farci mancare nulla convinciamo anche un francese , un belga, tre ragazze spagnole, Andrea e Lorenzo di fare una lunga ed estenuante deviazione per raggiungere un sito chiamato little paradise solo fidandoci di info ricevute da amici a Pokkara. La responsabilità era grande perché per raggiungere il little paradise ci siamo fatti un culo esagerato!!!! ma il posto era mitico e ci ripagava ampiamente della fatica fatta.
LITTLE PARADISE

Poi tanti giorni in discesa con belle passeggiate e un po' di voglia di tornare a Pokkara che raggiungiamo in autobus in silenzio ripensando già ai giorni passati tra la le belle montagne della catena dell'Annapurna. Nella bella cittadina sul lago ci rilassiamo preparando una mega pasta per tutti, mangiando qualche buona pizza  e facendo un'escursione di due giorni  tutti quattro in moto in un bel paesino sulle colline tra Pokkara e Katmandu.
TORTILLAS DE PATATAS POR TODOS
I giorni volano e come sempre ci succede dobbiamo salutare i nostri amici che tornano in Italia. Li ringraziamo pubblicamente perché il nostro Annapurna circle è stato ancora più bello perché fatto in loro compagnia tutti i giorni passati in insieme sono stati meravigliosi. Grazie ragazzi !!!!!! Dopo pochi giorni una chiamata su skype ci riserva una graditissima sorpresa, i nostri amici Cristiano e Giorgia hanno deciso che ci raggiungeranno in India il 31 dicembre, saltiamo sulla sedia dalla contentezza, ora abbiamo poco tempo perché dobbiamo raggiungere Katmandu e calcolare i giorni per fare il visto indiano più i 15/20 giorni per percorre i 3000 km che ci separano dal Goa in India. Intravedo in questa attraversata dell'India da ovest a est una piccola impresa che scriverò in seguito. A katmandu godiamo della compagnia del nostro amico veneziano Sergio con il quale passiamo bei momenti belle chiacchierate sorseggiando poi buon rum mentre lui si fuma il suo adorato sigaro. Giorni carichi di belli incontri, ci ritroviamo con la coppia di francesi conosciuti in Cambogia due anni fa, Josè e Stephani che per l'occasione hanno portato una bottiglia di champagne con la quale abbiamo festeggiato l'incontro
PER BRINDARE AD UN INCONTRO
 Conosciamo Daniele un ragazzo sardo che mi ha chiesto se poteva venire con me a fare un giro con una royal noleggiata, la mia risposta non poteva essere che si, abbiamo fatto circa 200 km raggiungendo quasi il confine tibetano.
CHE BEL GIRO CON DANIELE !!!
 Manca poco al nostro rientro in India e dobbiamo dire che il Nepal è un gran bel paese se ami la montagna devi venire in Nepal semplicemente perché ti da tanto da ricordare in tutti i sensi, Ciao Nepal chissà, un giorno torneremo.




TRASPORTO ECOLOGICO















RACCOLTO GIORNALIERO DI GANGIA

LAVORARE ALL'ARIA APERTA


GRAZIE CARMEN !!!!!